2022 impennata dei tassi d’interesse
2022 impennata dei tassi d’interesse per i mutui prima casa: inflazione e guerra in Ucraina
Il campanello d’allarme, ormai, si sta tramutando in una vera e propria sirena: nel 2022 impennata dei tassi d’interesse per i mutui prima casa. Il mercato immobiliare assiste a una nuova impennata dopo quella di inizio anno, nonostante le banche continuino ad applicare spread più bassi per i finanziamenti fissi nel tentativo di limitare le conseguenze del rialzo.
In sostanza, si è praticamente tornati ai livelli di fine 2019.
Un movimento al rialzo della rata dei finanziamenti è oramai qualcosa a cui si assiste da mesi. Le previsioni? Una curva in continua crescita…
L’Eurirs e l’Euribor: cosa sono e a cosa servono
Fondamentale per la comprensione della tematica è la spiegazione di due termini:
• l’Eurirs: l’indice di riferimento dei tassi fissi
• l’Euribor: l’indice di riferimento dei tassi variabili
Al momento è Eurirs a crescere notevolmente ma è altamente probabile che, da qui a fine anno, anche
i tassi variabili subiranno una crescita
Le possibili cause
Se da un lato, nel 2021, si è assistito a un forte utilizzo di incentivi da parte dello Stato per permettere al settore immobiliare di volare (dal Bonus 110% fino ad arrivare ai Bonus dedicati agli Under 36), con il 2022 il trend è decisamente cambiato.
Le tensioni geopolitiche del conflitto russo-ucraino e l’inflazione crescente sta avendo influenza negativa sui mutui. Il Codacons ha recentemente confrontato i tassi praticati dalle banche prima e dopo lo scoppio della guerra: l’Euribor si è mantenuto sostanzialmente stabile, (-0,54% di maggio contro il -0,58% di gennaio), mentre l’Eurirs ha registrato una impennata netta.
L’inflazione, va ricordato, in aprile in Italia ha sfiorato il +7%: un elemento decisivo in questa forte crescita dei tassi.
Esempi concreti
Un esempio? I mutui di 20 anni sono passati dallo 0,60% di inizio gennaio all’1,80% di maggio: quasi triplicandosi.
Il tutto, calcolando la media degli acquisti e dei mutui, si traduce in un aumento finale di spesa di quasi 9.000 euro.
Esempio concreto: mutuo da 100.000 euro. Se si ipotizza una richiesta di mutuo da 100.000 euro, tra la richiesta effettuata a gennaio e la stessa effettuata oggi si assiste a un aumento di circa 25 euro mensili. I più penalizzati? Al momento i mutui a 30 anni a tasso fisso.
Cosa scegliere ora tra fisso e variabile?
La forbice tra mutui a tasso fisso e variabile si sta ampliando. Resta ancora preferibile il tasso fisso, nonostante la salita, per via delle future garanzie, tenendo anche a mente il probabile aumento dell’Euribor entro la fine dell’anno.
Fondamentale, però, affidarsi a un esperto del settore per sciogliere il nodo.
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